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Numerose e diverse le componenti culturali che concorrono a definire i contenuti che Stefania Pinci esprime pittoricamente inserendoli nel tessuto narrativo dei suoi dipinti. Di certo ci sono i suoi studi artistici quindi l’acquisizione di importanti possibilità espressive, ed anche e non ultime le soggettive percezioni come immagini della memoria, echi diversi della natura e di realtà quotidiane. Per questo la pittura di Stefania Pinci ci offre nel tempo varie chiavi di lettura pur mantenendo costantemente dalle opere dei primi periodi alla produzione più matura, una propria incisiva libertà di osservare e riscoprire con una nuova forza cromatica l’anima dell’uomo e della natura.

Essenziale nel tempo la sua importante presa di coscienza con il colore, quel colore che molto efficacemente traduce il suo fermento espressivo e quella tensione che alimenta le scelte delle sue tematiche. Un colore vitale, forte, mai però esasperato, che disegna e a volte sembra quasi accarezzare la natura, regolarne gli umori e la tonalità, inventarne gli odori e i sapori, magari quelli del ricordo d’infanzia intensamente vissuti.

E sono proprio gli umori di quella realtà che al momento della rappresentazione sulla tela acquisiscono le forme e le note cromatiche della sua tavolozza.

La realtà del paesaggio, della natura morta, della figura, quasi sempre femminile, danno voce artistica a quei valori esistenziali di Stefania Pinci che diventano sulle sue tele i più importanti referenti di emozioni e riflessioni interiori assumendo molto spesso valore di oniriche e fantastiche rivelazioni.

Ma è nel paesaggio che questa sensibile interprete dalla viva emozionalità, sembra avere conquistato la passionale solarità, una mediterraneità dai multiformi accenti, che ci appare trasfusa in latitudini diverse, in quelle marine racchiuse in un gioco di barche, di fiorita vegetazione, di rossi fichi d’india dal profumo di miele, o di sabbie bianco dorate.

È come in un intenso racconto, in quegli slarghi velati di colore dove si allenta la tensione materica, quella materia che modulata dalla spatola disegna fiori ed oggetti, passeggiate nei boschi, infinite distese di papaveri dove il rosso delle corolle gareggia con quello più infuocato del sole al tramonto.

E tutto è definito da ideali cornici in una storia di segni, di simboli, di rimandi pittorici che accentuano il tono romantico del suo impaginato. Incastonate tra antulium e girasoli le simboliche figure di donne vivono incantate in una loro ideale contemplazione, ad occhi chiusi sembrano guardarsi all’interno e custodire meravigliosi sogni di libertà, i sogni di libertà di una farfalla o del leggero viandare di una ninfea sull’acqua.

Colori, profumi liriche vibrazioni si intessono e si amalgamano nei dipinti come in un’intima fusione di una realtà e di uno spazio che spesso non esistono ma si definiscono sulla tela come un vero pittorico acquisendo le forme e i colori del suo linguaggio interiore.